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Terapia ormonale sostitutiva associata ad aumento del rischio di ca ovarico

Terapia ormonale sostitutiva associata ad aumento del rischio di ca ovarico

L'assunzione, anche solo per qualche anno, della terapia ormonale sostitutiva (TOS) in menopausa si associa a un significativo aumento del rischio di cancro ovarico, secondo i risultati di una metanalisi pubblicata su The Lancet e svolta su 52 studi epidemiologici per un totale di 21.488 donne con tumore ovarico in Nordamerica, Europa e Australia. «Chi fa uso di terapia ormonale sostitutiva anche per pochi anni ha circa il 40% di probabilità in più di sviluppare il cancro ovarico rispetto alle coetanee che non l'hanno mai utilizzata» afferma Richard Peto dell'Università di Oxford, Regno Unito, facendo qualche numero: le cinquantenni trattate con tale terapia per un quinquennio avranno un cancro ovarico in più per ogni 1.000 utenti e una morte in più di cancro ovarico ogni 1.700 utenti.

Sebbene l'uso di terapia ormonale sostitutiva si sia gradualmente ridotto nell'ultimo decennio, questa diminuzione sembra essersi stabilizzata e solo in Gran Bretagna e Stati Uniti sono circa sei milioni le donne ancora in cura con la terapia ormonale sostitutiva. Tuttavia le attuali linee guida dell'OMS, ma anche quelle europee e statunitensi non trattano in modo approfondito la relazione tra cancro ovarico e tale terapia ormonale, accennando solo che il rischio del primo può aumentare con l'uso a lungo termine della seconda. Così l'Università di Oxford, coinvolgendo oltre 100 ricercatori di tutto il mondo, ha formato l'International Collaborative Group on Epidemiological Studies of Ovarian Cancer, che ha analizzato i dati di 52 studi epidemiologici sull'uso della terapia ormonale sostitutiva e sul cancro ovarico. E l'effetto della terapia ormonale sostitutiva sul rischio di sviluppare la neoplasia dell'ovaio si è rivelato il medesimo per i due principali tipi di terapia sostitutiva in uso, ovvero quella con farmaci contenenti estrogeni, oppure quella che prevede l'utilizzo combinato di estro-progestinici.

«L'aumento di rischio è indipendente dall'età di inizio della cura, dalla massa corporea, dall'uso di contraccettivi, tabacco o alcolici, da una precedente isterectomia o da una storia familiare di tumore al seno o alle ovaie» riprende Peto, concludendo che dei quattro tipi principali di cancro ovarico noti, un aumento del rischio è stato visto solo per i due più comuni (tumori sierosi ed endometriomi), e non per i meno frequenti (mucinoso e a cellule chiare).

THE LANCET 2015